Come fosse un film,
iniziamo con l’elencare i protagonisti di questa avventura:
Il team formato
da: I2YSB (Silvano), I1HJT (Alfeo), I1FQH (Franco), I2PJA (Tony),
IK2CKR (Angelo) e IK2HKT (Stefano).
Il nostro
contatto in Chad: M. Karmel
Suor Anna Rosa
Casadei.
Suor Paola.
Suor Aimè.
Suor Silvana.
Tutte le
novizie del convento di N’Djamena delle Suore della Carità di S.
Giovanna Antide Thouret.
Guest star: il
caldo !
In Chad eravamo già
stati nel 2012; allora il nostro setup era più modesto e in quella
occasione avevamo scelto come “base” il Novotel di N’Djamena.
Una struttura organizzata, con aria condizionata, piscina e
generatori sempre attivi ed efficienti. Ad oggi, colpa una
inflazione galoppante, il prezzo per il soggiorno in questa struttura
è diventato proibitivo per il nostro budget e quindi abbiamo escluso
fin da subito la possibilità di ritornare al Novotel anche perché,
con 4 stazioni e una decina di antenne, non c’è il posto fisico
per poter installare tutto senza creare interferenze tra una stazione
e l’altra.
A metà del 2023
abbiamo iniziato a pensare al nostro ritorno in Chad visto che, dalla
nostra ultima Dxpedition del 2012, non ci sono più state attività
di una certa importanza se non sporadiche apparizioni di singoli
operatori in configurazione “holiday style”.
Abbiamo quindi
contattato una nostra vecchia conoscenza, Suor Silvana, la quale è
spesso a N’Djamena e già ci aveva espresso la possibilità di
poter usufruire del Convento della sua congregazione; spazi enormi
per le antenne, una struttura non alberghiera ma comunque con
numerose stanze a disposizione, un generatore da 20 Kw e una buona
garanzia di sicurezza (il Convento è tutto recintato con uomini di
security presenti h24). Non ci siamo lasciati scappare l’occasione
e, contattato il nostro amico Karmel, abbiamo iniziato i preparativi
per il nostro viaggio in Chad previsto a Gennaio 2024. Ottenuti
tutti i permessi e le nuove licenze, una mattina di Dicembre arriva
la doccia fredda: disordini e un tentativo di colpo di stato hanno
messo a repentaglio la sicurezza di tutti gli stranieri presenti in
Chad. Di conseguenza impossibile per noi poter varcare la dogana in
Gennaio con tutto il nostro materiale reputato “sensibile”.
Ovviamente la sicurezza viene prima di ogni cosa e quindi, con
pazienza, abbiamo aspettato un momento migliore. Passati i disordini
si paventavano all’orizzonte le elezioni presidenziali previste per
la metà di Maggio 2024. Quindi la dxpedition doveva essere fatta
prima delle elezioni oppure saremmo dovuti restare in attesa ancora
mesi perché, come accade spesso nei paesi africani, il periodo post
elezioni diventa sempre molto problematico dal punto di vista della
sicurezza.
Ci siamo trovati
quindi a decidere, nell’arco di una decina di giorni, se partire
oppure rimandare. Un giro di telefonate e trovata la disponibilità
di 6 operatori (purtroppo IK2RZP e JA3USA hanno dovuto declinare per
impegni famigliari) ci siamo immediatamente messi in moto con
l’organizzazione. Abbiamo ottenuto i visti dall’ambasciata in
Germania a tempo di record, prenotato il volo, testato tutto il
materiale (compreso una stazione appositamente dedicata all’attività
satellite su QO100) e avvisato le famiglie: tra 1 settimana si
parte!
Una occhiata al
meteo che troveremo a N’Djamena ci fa capire che soffriremo un po’
di caldo (previsti max 40 gradi) ma … siamo abituati a certe
temperature e la cosa non ci preoccupa più di tanto (un errore,
questo, che influenzerà tutta la spedizione).
Siamo partiti il
giorno 16 Aprile da Milano Malpensa con destinazione N’Djamena (la
capitale del Chad) via Parigi. Siamo atterrati alla sera alle 17:45
ora locale (le 16:45 utc) e ad attenderci c’era il nostro caro
amico Karmel. Le formalità doganali sono state espletate velocemente
in quanto avevamo già preventivamente avvisato le autorità del
nostro arrivo. Ma subito ci siamo resi conto di una cosa: forse i 40
gradi che ci aspettavamo sono qualche cosa in più … Il termometro
all’uscita dell’aeroporto segnava 42 gradi Celsius e Karmel ci
comunicava che la temperatura era scesa un po’ e si stava meglio
rispetto al caldo soffocante del pomeriggio! Ci guardiamo tutti in
faccia e nessuno di noi commenta; pensiamo però che al Convento ci
sono molti alberi e luoghi all’ombra e questo aiuterà a sopportare
il caldo. Un breve tragitto di circa 30 minuti e alle 19:30 entriamo
nel Convento. Ad attenderci troviamo Suor Anna Rosa Casadei, una
romagnola DOC come testimonia il suo cognome, che subito ci fornisce
acqua fresca per ritemprare lo sbalzo di temperatura. Ci diamo una
occhiata in giro ma oramai è buio e non possiamo far altro che
prendere possesso dei nostri alloggi e riposarci qualche ora. La
prima notte passa insonne per tutti: la temperatura non accenna a
diminuire e verso mezzanotte realizziamo che siamo ancora a 40 gradi…
Facciamo una serie infinita di docce in attesa che sorga il sole.
Alle 5,30 del mattino siamo già tutti in piedi e pronti per montare
le nostre antenne. Come sempre Stefano (IK2HKT) e Tony (I2PJA) si
occupano del setup delle 4 stazioni mentre tutti gli altri cominciano
ad assemblare le due antenne Xbeam e il loop dei 30. Nelle nostre
intenzioni c’era in progetto anche il montaggio della verticale dei
40/80 per il cw ma a metà mattina tutto è scemato. Il termometro
continuava inesorabilmente a salire fino a raggiungere i 46 gradi.
Impossibile e rischioso lavorare con questo caldo. Abbiamo quindi
dovuto “tirare i remi in barca” e rifugiarci nella stanza adibita
a sala radio (l’unica stanza dotata di vaporizzatore d’acqua che
temperava un po’ l’aria ma comunque senza condizionatore e con
una temperatura stabilmente sopra i 40 gradi). Approfittiamo per
completare il setup dei PC e internet e iniziare le operazioni verso
la metà del pomeriggio. Silvano ( I2YSB ) aveva pianificato i lavori
da fare ma con questo caldo ha dovuto rivedere tutto il suo progetto.
Nel frattempo il generatore messo a disposizione dalle suore dava
forfait per la temperatura troppo elevata. Avvisato immediatamente
Karmel abbiamo provveduto a cablare la linea elettrica con il
generatore di scorta che preventivamente avevamo noleggiato:
ovviamente l’addetto non c’era e solo dopo qualche ora si è
presentato per spiegarci come far partire “l’accrocchio” cinese
che potete vedere nelle foto. Riavuta la corrente elettrica abbiamo
ripreso la nostra attività radio ma, dopo qualche ora, dopo il
calare del sole, anche il secondo generatore andava in blocco.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh1RoK-VyZEC8jNEUjXI5Q9zjw7JgFCTcu-UWnuzQPiKC_voCfCl_JJEQkRUWyO7QDjv1iYH2t90SmX_qgUOG5Vq4u7wFKMpwAZWa1A6h7n6Dzk78BcErN9EPB6AP2rJxGy0IlyBWOv8afSsou3d0Xm5sTAW0P2YyOhnaCB1dQV5BOralybvOA_IOUUgiU=w515-h386)
Ci siamo adoperati per la
costruzione di una sorta di radiatore con un grosso fusto da 200 lt.
, forato nella parte bassa e fornito di una pompa elettrica
dell’acqua in modo da far circolare meglio l’acqua di
raffreddamento del motore del generatore.
Durante la costruzione di questo “radiatore improvvisato”
(erano circa le 9 di sera) una suora novizia arrivava trafelata
dicendo: “c’è un italiano a terra e non risponde più”.
Subito siamo corsi tutti a vedere e quello che abbiamo trovato ci ha
sconvolto: abbiamo trovato Tony (I2PJA) steso a terra nella sua
stanza in preda a convulsioni e in stato del tutto incosciente. Nel
frattempo tutti i presenti nel Convento accorrevano perché si era
capito che qualche cosa di grave stava succedendo. Abbiamo sollevato
Tony e adagiato nel suo letto. Suor Anna Rosa (infermiera
professionale) controllava subito i parametri vitali rilevando una
febbre corporea di poco sotto i 42 gradi. Tony era incosciente, non
rispondeva alle nostre sollecitazioni, tremava e sbatteva … Con
polso fermo e sicuro Suor Anna Rosa ci dice: lo portiamo in ospedale!
Fortunatamente l’ospedale dista solo 3 km. e, chiamata l’ambulanza,
è arrivata nell’arco di pochi minut
i.
Ovviamente non
aspettatevi di vedere una ambulanza come quelle a cui siamo abituati
noi: si trattava di un fuoristrada Toyota pick up con un cassone
coperto dietro e senza barella. Nel frattempo tutte le novizie si
erano date da fare per inzuppare salviette di acqua fresca e
tamponare tutto il corpo di Tony in modo da aiutarlo a combattere
l’elevata temperatura. Abbiamo quindi caricato “di peso” Tony
con il materasso del suo letto sull’ambulanza e, accompagnato da
Suora Anna Rosa e Suor Aimè, si è diretto verso l’ospedale. Non
entro nei particolari della terapia somministrata a Tony ma dobbiamo
solo ringraziare la Dott.sa Julia de Riba Martinez (di nazionalità
spagnola) la quale ha prontamente fornito le cure di primo soccorso e
provveduto a ricoverare Tony in terapia intensiva. I macchinari a
disposizione dell’ospedale non sono di prim’ordine ma comunque
sono stati in grado di salvare la vita a Tony. Si! , di salvargli la
vita perché la diagnosi dice che si è trattato di un colpo di
calore in forma gravissima che, se non preso per tempo, poteva avere
conseguenze letali. Verso le 2 della notte, dopo circa 4 ore dal suo
ricovero, siamo stati chiamati da Karmel il quale, avvisato, aveva
raggiunto anch’egli l’ospedale. Sono arrivate notizie confortanti
che davano Tony fuori pericolo, con la febbre in calo e la ripresa di
conoscenza. E’ stato per tutti un sollievo confermato poi, verso le
3 di notte, dal rientro dall’ospedale di Suor Anna Rosa. Con Tony
era restata suor Aimè la quale ha vegliato per due notti intere fino
a quando Tony non ha ripreso le forze. Solo dopo 5 giorni, passati
sotto stretto controllo e in un ambiente climatizzato la dottoressa
ha autorizzato il rientro di Tony in Convento accolto, ovviamente,
tra nostre lacrime e tanta commozione. Poteva finire in tragedia e
invece è finita bene; abbiamo imparato una lezione che non ci
scorderemo più. Dobbiamo solo che ringraziare in maniera infinita
tutte le suore e le novizie del Convento che subito si sono prestate
a dare aiuto, disponibilità e anche un po’ di conforto: sono state
eccezionali, degli angeli che non scorderemo mai più e saranno tutte
e sempre nei nostri cuori.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEh5PsR-3m2SIbTOUfCT7jRwBQa0WQNJqH9HHwqPBduI4m_VT1Ppf3oR6BoEjnRrXmZuVnFY6bMa9IUlfzKUVGsBFC-fwBK7E-DXCbhB3YGNedvX5Nx86uzmpLh48a9MimEBu2WGI_3e2ua-zNL8-MzABGnYHzI5N3-YX_Q9F13Inxi0W8ecfvYzhwb7g90=w420-h376)
Nel frattempo, la
stessa notte in cui Tony si è sentito male, abbiamo anche provveduto
a togliere i letti dalle nostre camere e posizionarli all’esterno.
Abbiamo dormito tutte le notti all’aperto, sotto le stelle e con
una temperature che mai è scesa sotto i 37 gradi; si riusciva a
chiudere occhio solo nella tarda notte, verso le 2 e fino al sorgere
del sole verso le 5,30 …. Il resto era tutto un girarsi e rigirarsi
senza poter effettivamente riposare.
Ma torniamo a
parlare di radio: ovviamente la vicenda di Tony ha stravolto tutti i
nostri piani. Il montaggio delle antenne poteva avvenire solo dalle
5,30 alle 7,15 del mattino. Dopo questo lasso di tempo diventava
pericoloso se non impossibile restare all’aperto (abbiamo raggiunto
stabilmente i 47 gradi all’ombra) e il caldo era talmente
asfissiante che era impossibile trovare sollievo nemmeno sotto i
grossi alberi di mango… bisognava stare chiusi, all’interno
dell’unica stanza “umidificata” e preservare le forze e la
salute. Abbiamo concluso il montaggio delle antenna dopo 4 giorni (e
iniziato a smontare con 4 giorni di anticipo, ovviamente!). Di
conseguenza sono stati solo 6 i giorni in cui abbiamo operato con
tutte le 4 stazioni HF cercando di massimizzare i momenti migliori di
propagazione sulle varie bande. Nel frattempo Franco (I1FQH)
approntava la stazione per il satellite QO100. Sulla carta tutto
molto semplice ma, in realtà, abbiamo faticato non poco per fare il
puntamento. Avevamo dati contrastanti che non collimavano tra loro.
Abbiamo chiesto quindi aiuto ad un nostro amico, IK2DHS Franco il
quale, con trentennale esperienza “satellitare”, ci ha fornito i
giusti suggerimenti. Grazie all’aiuto di Franco il beacon di QO100
si è fatto sentire e potevamo andare “on air” anche via
satellite. Ma il caldo è tornato protagonista anche qui: il
transverter DxPatrol non riusciva a funzionare a dovere. Pochi minuti
di QSO e tutto andava in protezione per il troppo calore (il DxPatrol
entra in protezione a 45 gradi : in camera ce ne erano 42!)
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEitfhQV38vFSx7egc1HWolr6PMZoP9cNKbfRahFa5blKMyzXragzD9eark1rk-Z4IycBJowvoqpq23Tw8Z7ollpgiINuIoA0Fv3KZ3YQ8ynuBaHpenIPN4jJ4gLyeCCF21TSDLCDZ4Z7H4o36sx0f3khyyDwiNG9MCaA5Wgppo0ixKTSIMzUrNOG23g-TM=w460-h345)
Dovevamo
trovare una soluzione perché non era possibile operare in quelle
condizioni. L’idea è stata quella di avvolgere il DxPatrol in una
salvietta e metterlo in frigorifero…. Si, in frigorifero !!! … e
lasciarlo per circa 30 minuti per poi toglierlo e utilizzarlo. In
questo modo potevamo operare per circa 1 ora; finito l’effetto
“fresco” si tornava e mettere il DxPatrol nel frigorifero e via
dicendo per tutta la giornata. Alla fine, nonostante l’andare e
venire dalla cucina, Franco I1FQH ha messo a log oltre 700 QSO. E’
stata comunque una bella esperienza che dovevamo fare ma in futuro
pensiamo di non portare più la stazione satellitare in dxpedition:
in effetti si tratta di QSO tramite un ripetitore (sofisticato ma
sempre un ripetitore) che nulla a che vedere con propagazione, linea
grigia, long path etc.etc.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjOIVg_sIf2CwvBSyA4B-uUfm96Y_P7xlPCdENmSRdj7B_-mfCMmk05UIiAtmDlfxYNHIOqTLN_h0IUFUn3OUs_GCdQ__H36_yeiRWkJf4Us8BMuYvgqQQzunOwE00lJW599FwESgSPB4BjFq2tNnBu9mM2tD7oWIkYy6kHd9RMEz-SLT8kDhmTos5Qres=w611-h248)
Come
potete vedere dai numeri riportati nella tabella la parte del leone
è stata fatta dal modo FT8 nelle bande alte. La stagione è propizia
proprio per le bande alte tant’è che non avevamo portato nulla per
i 160 mentre la verticale 40/80 ssb non è stata nemmeno montata. In
SSB e CW abbiamo comunque operato in maniera costante: i primi
giorni, con Tony in ospedale, la stazione SSB è stata curata solo da
Stefano IK2HKT con qualche sporadica presenza di Silvano I2YSB e
Franco I1FQH. Al rientro dall’ospedale Tony I2PJA ha comunque
limitato la sua operatività perché sotto cura antibiotica e quindi
parzialmente debilitato.
In CW i turni
preventivamente disposti da Silvano sono saltati tutti. Il ritardo
nell’installazione delle antenne, l’anticipo del loro smontaggio,
il caldo soffocante e la necessità di preservare le poche forze
ancora disponibili, hanno indotto gli operatori CW ad alternarsi ogni
30/40 minuti sfruttando i momenti migliori di propagazione e
lasciando a FT8 i momenti più “calmi”.
Non sono mancati
altri inconvenienti dovuti sempre al caldo. Una mattina ci siamo
svegliati e tutti i nostri telefoni erano fuori uso: alcuni
presentavano un messaggio di “high temperature”, altri
addirittura non si accendevano più! Ovviamente la soluzione è stata
semplice: mettiamoli in frigorifero!
Con nostro stupore i
cavi coassiali, nonostante fossero sempre sotto i diretti raggi del
sole e quindi a temperature ben oltre i 50 gradi, sono restati sempre
in efficienza: Messi & Paoloni forever !!!
Una mattina un
amplificatore ha inaspettatamente iniziato a dare un errore e non
erogare più potenza (abbiamo poi scoperto a casa che il caldo aveva
mandato in tilt il sensore di temperatura). In un altro amplificatore
è esploso un condensatore del banco filtri (pur usando il PA a metà
potenza per preservarlo dal troppo calore) , abbiamo tolto tutti i
filtri dell’aria agli amplificatori per aumentare il riciclo senza
ottenere grandi effetti, un Elecraft K3 è andato in tilt e
nonostante fosse settato a bassa potenza (per limitare l’input nel
PA) ogni tanto erogava la massima potenza mandando di overdrive il
PA. Qualche computer che ogni tanto dava i numeri spegnendosi per il
troppo calore e bloccando la rete…. Insomma, cose di normale
amministrazione se pensiamo che ci “rinfrescavamo” con l’aria
che usciva dalla ventola dei PA!
Ma, almeno in parte,
le nostre “angeli custodi” hanno fatto di tutto per farci
sopportare le temperature inaspettatamente elevate di quei giorni. Le
suore ci hanno preparato ottimi pranzi e cene, fatto mangiare tanta
frutta e fornito di acqua fresca in continuazione con aggiunta di
integratori di potassio e magnesio in modo da prevenire qualsiasi
tipo di colpo di calore.
Di solito il tempo
passa in fretta durante una dxpedition ma questa volta non passava
mai. Stare chiusi in 6 persone in una stanza di 16 metri quadrati con
4 stazioni funzionanti h24 e un nebulizzatore d’acqua che faceva
rumore come fosse un treno a vapore, non ha reso questa spedizione
una passeggiata! Tutti noi contavamo i giorni che restavano: abbiamo
iniziato a smontare 4 giorni prima della nostra partenza perché la
temperature non ha mai accennato ad abbassarsi e quindi il tempo
utile per lavorare all’esterno era sempre le prime 2 ore del
mattino.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEhv99GhBtpt4EXlpcUVvEMHoFOYl4D0skPmxNB0uzZodELm0Z-o65BK2E-VI6EEbw4D6OiPYlCkU0H2llpYnvgUAqu8ZHAMVbpk4gSCvOM4w6f1LAnyGovbSVCNKPbp9tDgRXLCFl3If6ivsJuyAl3XHs3FtBAXS45E_-7pxN80T4woTI9K6ts5-0IiyC8=w546-h356)
Ma
alla fine tutto è bene ciò che finisce bene; tra difficoltà,
spaventi, caldo e inconvenienti siamo riusciti a terminare la
dxpedition con un totale di 83500 QSO. Il 30 Aprile, nel primo
pomeriggio e con una temperatura di 47 gradi siamo ripartiti verso
l’aeroporto. Ci aspettava un ultimo problematico passaggio in
dogana. Ci è venuta in aiuto Suor Paola, madre superiora di tutti i
Conventi dell’ordine delle Suore della Carità di S. Giovanna
Antide Thouret dell’aerea sub sahariana, la quale ha assicurato che
tutto sarebbe andato liscio. Un po’ perplessi siamo giunti
all’aeroporto ed all’esterno, ad aspettarci, c’era M. Abel,
responsabile capo dell’ufficio immigrazione dell’aeroporto. Come
siamo scesi dalle nostre auto ci è venuto incontro dicendo: "siete
gli amici di Suor Paola?”. A questa domanda Silvano I2YSB ha subito
tirato un sospiro di sollievo. Abbiamo passato tutti i controlli in
un batter d’occhio, ci siamo goduti l’agognata aria condizionata
dell’aeroporto che in pochi minuti ci ha fatto sentire quasi “in
paradiso”. Dopo aver ringraziato M. Abel per il prezioso supporto
ci siamo diretti al check in dell’Air France e una inaspettata
sorpresa ha reso il viaggio di ritorno una esperienza piacevole.
L’addetto di Air France ci comunicava che hanno combinato dei
pasticci e 3 di noi sono stati passati in classe “Economy Premium”
e altri 3 in classe business senza dover pagare sovrapprezzo. Subito
è scattata la rincorsa di ognuno di noi per poter usufruire della
business: si trattava di poter dormire in un vero letto per tutta la
durata notturna del volo! Abbiamo valutato varie opzioni di scelta,
dall’estrarre a sorte i nomi a quello di andare per ordine
alfabetico. Alla fine abbiamo deciso che i “più anziani”
avrebbero goduto di questo privilegio. E così I2YSB Silvano, IK2CKR
Angelo e I1HJT Alfeo si sono goduti le “coccole” della business.
Gli altri 3 invece sono andati in classe premium che, comunque, gode
di poltrone più ampie e con la possibilità di più spazio tra un
sedile e l’altro rispetto alla classe economy. Un finale meritato
dopo i 15 giorni passati in condizioni davvero al limite della
sopravvivenza.
Siamo atterrati
verso le 12:00 ora locale a Malpensa il giorno 1 Maggio, festa dei
lavoratori. Abbiamo festeggiato, soprattutto per avere con noi Tony
in perfetta salute, tutti provati da questa esperienza che oramai è
un ricordo ma che sicuramente ci ha fatto apprezzare la disponibilità
di chi ci ha aiutato e ci ha insegnato molto anche dal punto di vista
umano. Ci siamo tutti supportati e sopportati e, sicuramente, la
prossima volta non sottovaluteremo le condizioni meteo dei posti che
visiteremo facendo le scelte più opportune per preservare, sopra
ogni cosa, la salute di tutti.
Grazie a tutti gli
amici OM che sempre ci aiutano con le loro donazioni, alle Aziende e
alle Sezioni che con il loro contributo hanno reso possibile questa
dxpedition.
Facciamo tesoro di
questa avventura e adesso pronti alla ricerca di una nuova meta.
73, Italian
Dxpedition Team