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martedì 19 dicembre 2017

J 5 T … un’altra avventura dell’ Italian Dxpedition Team

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Siamo rientrati da un paio di giorni e tutti i membri dell’Italian Dxpedition Team sono tornati alle loro quotidiane mansioni: alcuni al lavoro, altri a godersi la pensione e chi invece sta già attaccando etichette sulle QSL e chiudendo le buste, pronte per essere spedite: insomma tutto come da prassi dopo la fine di una nostra dxpedition. E quindi anche io mi trovo davanti al computer con gli appunti presi nei passati 15 giorni per raccontarvi quanto successo in Guinea Bissau durante il mese di Novembre 2017.
Ma facciamo un passo indietro: era il giorno 11 del mese di Aprile dell’anno 2016 quando, dopo essermi consultato con Silvano I2YSB, iniziavo la mia corrispondenza con gli amici del Verona Dx Team; infatti l’idea di andare in Guinea Bissau era da un po’ di tempo che girava nella nostra testa e, facendo alcune ricerche nel web, scoprimmo che alcuni italiani erano già stati in quel country negli anni passati. Gli amici di Verona, e in particolare Lucio I3LDP e Libero IK3RBE, hanno immediatamente risposto alla nostra richiesta rendendosi disponibili per aiutarci ad ottenere la licenza e organizzare la logistica sul posto; tutto questo grazie al prezioso e insostituibile aiuto di Padre Gianfranco Gottardi - J59OFM, il quale gestisce una missione umanitaria a Cumura, una località vicino alla capitale Bissau. A tal proposito vi invito a visitare il sito di Padre Gianfranco , www.padregianfranco.org , ricco di informazioni sulle varie attività svolte e nel quale trovate tutti i riferimenti per inviare un aiuto concreto alla missione.
Nel mese di Agosto del 2016 Padre Gianfranco si trovava in Italia e approfittando dell’occasione  gli abbiamo consegnato tutta la documentazione necessaria per il rilascio delle licenze: tutto lasciava presagire ad una semplice “formalità” da sbrigare in poco tempo; tant’è che, fiduciosi, annunciammo la dxpedition per il mese di Novembre 2016.  Purtroppo non avevamo fatto i conti con le imminenti elezioni politiche e, come in ogni paese africano, le elezioni significano blocco totale di tutti gli uffici statali per diversi mesi e comunque  fino alla proclamazione del vincitore. Non voglio raccontarvi delle decine di e-mail con Padre Gianfranco e con Libero IK3RBE … vi dico solo che la licenza è arrivata come un uovo di Pasqua il giorno 12 Aprile 2017, esattamente un anno dopo i primi contatti con gli amici di Verona.
Subito ci siamo messi alla ricerca della giusta location sull’isola di Bubaque e, scartate soluzioni non proprio adatte alle nostre esigenze, abbiamo optato per l’hotel Kasa Africana, un “fishing club” gestito da un francese che già conosceva le nostre necessità perché, anni fa, aveva ospitato un altro gruppo di radioamatori.
Concordato il prezzo per albergo, generatore, trasporto, internet e sicurezza, siamo costretti ad accettare delle date imposte dal gestore dell’albergo. L’hotel è piccolo e praticamente sempre occupato da appassionati pescatori sportivi europei. Troviamo quindi la giusta soluzione e Arturo – IK7JWY (nostra stazione pilota) si preoccupa di informare la comunità radioamatoriale mondiale della nostra spedizione (precedentemente annunciata e poi posticipata) a far data dal 13 al 26 Novembre 2017.
Questa volta, purtroppo, il fraterno amico Mac – JA3USA è costretto a dare forfait per improrogabili impegni famigliari ma sarà una presenza costante durante tutti i giorni della spedizione, fornendoci preziosi consigli sugli orari e frequenze da sfruttare per le brevi aperture  con il Giappone. 
Prima di ogni dxpedition testiamo accuratamente tutte le nostre apparecchiature, simuliamo per 48 ore la gestione della rete di computer con tanto di server, packet cluster, qso in RTTY, SSB e CW oltre che l’oramai insostituibile logonline in tempo reale; controlliamo tutte le antenne e tutti i cavi e prepariamo una lista analitica di tutto il materiale suddiviso nei vari contenitori. Questa volta, rispetto al nostro normale setup, abbiamo aggiunto 2 amplificatori della Italab, azienda italiana che da molti anni produce e commercializza amplificatori a stato solido per broadcasting e ultimamente ha aggiunto, alla propria linea di produzione, anche prodotti per radioamatori in gamma HF.
Tutto è stato accuratamente imballato da Silvano e alla fine ci troviamo con 15 contenitori pieni di materiale fino all’ultimo centimetro cubo disponibile. Prepariamo tutta la documentazione per la dogana e, per scrupolo, traduciamo tutto in inglese, in francese e anche in portoghese (quest’ultima la lingua più diffusa in Guinea Bissau visto che trattasi di ex colonia portoghese). 
Come molti di voi sanno, le fasi più ostiche di una Dxpedition sono l’ottenimento della licenza e il passaggio della dogana. Per la prima eravamo tranquilli ma per la seconda c’era molta apprensione. Questo dovuto anche al fatto che gli amici del MDXC avevano ritardato di alcuni giorni l’inizio della loro attività da 9U a causa di problematiche doganali. E’ capitato a loro : per quale motivo non deve capitare a noi ?  In Africa nulla è dato per scontato e noi, dopo anni di esperienza, lo sappiamo bene!
La partenza da Malpensa è per il giorno 12 e dopo uno scalo e Casablanca e uno a Capo Verde, arriviamo all’aeroporto di Bissau alle 3,30 del mattino del giorno 13 Novembre. Grazie all’accurato lavoro burocratico svolto in Italia, le formalità doganali vengono sbrigate in meno di 30 minuti e dopo un breve tratto di strada ci ritroviamo con tutta la nostra attrezzatura su un motoscafo che, nel pieno della notte africana, parte immediatamente per l’isola di Bubaque. Siamo tutti un pò preoccupati perché navigare sull’oceano atlantico senza radar e senza vedere dove “punta” la barca non è una esperienza delle più tranquille; comunque tutto fila liscio e dopo 2 ore di navigazione approdiamo sull’isola. Il tempo che si levi il sole e siamo già tutti all’opera.
Come dicevo tutto era stato preventivamente provato ma Mr. Murphy non si è fatto attendere: la prima stazione che doveva andare “on air” era quella della RTTY ma per un motivo misterioso al quale non abbiamo ancora trovato risposta,  l’interfaccia pc/radio non vuole sapere di funzionare. Mi metto personalmente all’opera per capire il problema ma dopo 1 ora di prove rinuncio e, per evitare di perdere altro tempo, cambio l’interfaccia utilizzando quella disponibile per la stazione SSB che, comunque, è compatibile anche per RTTY. Fortunatamente le nostre stazioni sono tutte intercambiabili tra di loro e quindi togliere da una parte e aggiungere all’altra è una cosa di pochi secondi. Nel frattempo inizia le operazioni anche la stazione in CW mentre per la stazione in SSB cerchiamo di utilizzare l’interfaccia “ostica” nella sola parte del CAT :  fortunatamente funziona senza problemi.  Partiamo subito con il collaudato log on line di IH9GPI ma il firewall del provider che ci fornisce internet, di tanto in tanto, non lascia passare i pacchetti di dati inviati al server in Italia. Ovviamente chiamiamo Giacomo IH9GPI e risolviamo in parte il problema: purtroppo non riusciamo ad aggiornare ogni minuto e dobbiamo accontentarci di aggiornare il log ogni 3 o 4 minuti : non è un grosso problema anche se, spesso, alcuni corrispondenti ci segnalano questo “ritardo”. Forse li abbiamo abituati troppo bene ?
Comunque, dopo la concitazione iniziale, tutto fila liscio (per il momento) e iniziamo con discreti pile up anche se, purtroppo, le bande alte non danno molta soddisfazione mentre in quelle basse l’attività è notevole (non potrebbe essere altrimenti visto il particolare momento del ciclo della propagazione).
Ma, come dicevo, in Africa nulla è scontato : infatti, nonostante siamo autorizzati ad installare le nostre antenne sull’isola, la seconda mattina riceviamo la visita della Polizia locale che ci impone di togliere tutto. Questo perché il governatore dell’isola, a seguito del Presidente della Guinea Bissau che soggiornava per qualche giorno nel vicino albergo, non era stato messo a conoscenza della nostra presenza. Gino, IK2RZP subito si è attivato per chiarire che si trattava di una “non” comunicazione da parte del Ministero Centrale e nulla poteva essere attribuito a noi: insomma, qualche ora di discussione e di stop forzato ma poi, con sollievo, tutto è stato chiarito e successivamente alla visita delle autorità abbiamo potuto riprendere con i nostri pileup.
Ma nuovi problemi ci aspettano, e non  pochi: primo tra tutti la tensione elettrica che, nonostante le rassicurazioni, cede di qualche decina di volt sotto il carico degli amplificatori. Rimediamo con un secondo generatore e, ovviamente, un aggiunta di costi inaspettata. A questo punto pensiamo che tutte le stazioni siano al massimo delle resa ma, dopo 4 giorni di lavoro, i nuovi amplificatori iniziano, quasi contemporaneamente, ad avere il medesimo problema: i relè d’antenna montati ex-novo dopo gli ultimi aggiornamenti in Italab non risultano all’altezza del loro scopo e quindi ci troviamo, di tanto in tanto, a dover dare qualche “botta” agli amplificatori per far commutare tx/rx. Comunichiamo il problema a Nico, titolare di Italab, il quale si offre di spedire a proprie spese e con corriere espresso un nuovo set di relè con caratteristiche più adatte all’occasione. Probabilmente Nico non ha ben realizzato dove siamo e il pacchetto non sarebbe mai giunto in tempo. Quindi optiamo per una soluzione all’italiana, ovvero forzando con due spazzolini da denti il contenitore del relè in modo da far aderire meglio i contatti… soluzione che funziona per qualche ora ma, dopo innumerevoli scambi, anche la riparazione “italian style” cede il passo ad un malinconico silenzio; i relè non commutano più e siamo costretti ad usare unicamente gli amplificatori da 500 watt.
Visto che abbiamo un combiner che ci permette di unire due amplificatori e ottenere 1 kwatt di potenza in uscita, decidiamo che durante la notte la stazione CW venga attrezzata per erogare 1000 watt mentre quella in SSB si deve “accontentare” di 500 watt e quella in RTTY dei 100 watt della radio. Ce ne facciamo una ragione (soprattutto io che sono un operatore SSB) ma d’altra parte c’era da fare una scelta e questa era quella più sensata.
Nel frattempo, come non bastassero i problemi fino ad ora affrontati, il computer adibito alla RTTY non vuole più sapere di funzionare, generando un susseguirsi di errori uno dietro l’altro. Qualche controllo e poi, per evitare spreco di tempo prezioso, decido di formattare tutto e rimontare i software ex-novo. Qualche ora di fermo forzato ma, almeno, siamo sicuri che possiamo proseguire senza ulteriori intoppi. Anche per questo crash non riusciamo a trovare una spiegazione logica visto che nulla è cambiato rispetto alla spedizione precedente; e anche per questo contrattempo ce ne facciamo una ragione visto che Gino IK2RZP alla fine riuscirà a mettere a log la bellezza di 3163 QSO in RTTY nella sola banda dei 20 metri !
Quest’anno abbiamo deciso una nuova strategia per quanto riguarda i QSO doppi : fino alla scorsa spedizioni collegavamo tutti (QSO doppi compresi) mentre questa volta abbiamo deciso di ridurre al minimo i “duplicate QSO” comunicando al corrispondente che non veniva messo a log se già presente in quel modo e in quella banda. Questo ci ha permesso di ridurre notevolmente la media dei QSO doppi che, inevitabilmente, sono presenti nel nostro log: in questa spedizione siamo arrivati a poco più di 1500 ed è un numero accettabile: però non capiamo proprio quelli che insistono a volerci collegare anche 3 o addirittura 4 volte nella stessa banda/modo. Vi voglio raccontare un aneddoto: è capitato al sottoscritto di essere considerato un incompetente (si, avete letto bene , “incompetente”) e di non essere in grado di gestire il pileup di una dxpedition; e tutto questo perché ho rifiutato di collegare un OM ( italiano ! ) che “pretendeva” di essere messo a log per la terza volta nello stesso modo/banda. Non vi nascondo che difronte a tale affermazione, dopo 17 dxpedition e più di 400mila QSO personali, non ho esitato un secondo a comunicare al mio corrispondente che “ una testa come la sua non la si sorregge con un colletto, la si nasconde nei pantaloni “.
Ma torniamo alle vicissitudini di questa dxpedition che pare non finiscano mai: ci accorgiamo che la Spiderbeam della SSB presenta SWR elevato in 12 e 17 metri. Smontiamo l’antenna, cambiamo il balun, verifichiamo misure e collegamenti: niente da fare… l’antenna non funziona. Corriamo ai ripari e modifichiamo la yagi per i 20 metri RTTY e la facciamo diventare una tribanda per 12/17 e 20 metri. Rimediamo in questo modo al problema ma non ne capiamo la causa: e come se non bastasse, gli ultimi due giorni l’antenna, miracolosamente, si rimette a funzionare a dovere. Silvano avrà il suo bel da fare durante l’inverno per rivedere contatti e connessioni.
Durante questa dxpedition abbiamo fatto uso, nella stazione SSB, di un nuovo tipo di microfoni: si tratta di microfoni ad archetto, utilizzati spesso da cantanti e artisti durante le loro performance, e si sono rivelati molto efficienti; all’inizio abbiamo dovuto perdere qualche minuto per effettuare i giusti settaggi e equalizzazioni ma una volta trovati i giusti livelli, questi microfoni si sono rivelati molto pratici, poco ingombranti e davvero gradevoli da usare. La prossima volta avremo ulteriori modelli da testare per poi definire quello che sarà il “microfono ufficiale” dell’I.D.T. ; non mancheremo di fare un reportage completo dando i dovuti suggerimenti a chi fosse interessato ad una simile soluzione che, secondo la nostra esperienza, unisce qualità, compattezza e robustezza rispetto ad un costo molto accessibile. Seguiranno ulteriori informazioni in merito sul nostro sito.
Un altro problema che non pensavo di avere è stato quello del disturbo dalla stazione CW. Avevamo montato le antenne della stazione CW e SSB molto lontane tra loro, sicuri che non avremmo sofferto di nessun tipo di interferenza … Mai dare nulla per scontato in Africa … Ed infatti durante tutta la spedizione la stazione CW ha imperversato con “splatters” molto forti su quasi tutte le altre bande utilizzate dalla stazione SSB. In un primo tempo pensavamo fosse un problema di impianto di massa del resort ma, constatato che tutto era cablato correttamente, abbiamo pensato ad un problema della radio e dell’amplificatore. Come dicevo prima le stazioni sono intercambiabili tra loro e quindi abbiamo spostato radio e amplificatore dalla stazione SSB a quella CW e viceversa sperando di capire l’origine del problema. Ma, purtroppo, nulla è cambiato e le interferenze erano comunque presenti: di conseguenza abbiamo dovuto farcene una ragione e la stazione SSB ha sofferto ( e non poco ) il disagio di non poter ascoltare i segnali deboli perché coperti dalla manipolazione del CW.
Tant’è che, per massimizzare le nostre prestazioni, ad un certo punto abbiamo deciso di mettere in campo tutte e 3 le stazioni nella stessa modalità, ovvero tutte in CW. Questa è stata la novità della Dxpedition: vedere Gino IK2RZP e il sottoscritto Stefano IK2HKT operare in CW per diverse ore e per diversi giorni è stato davvero una situazione inusuale. Ovviamente né io né Gino siamo stati in grado di sostenere i pile up che Angelo, Alfeo e Vinicio sono in grado di gestire ma, con umiltà e con un intenso uso del tasto F7 ( ? ) ,  siamo riusciti a mettere a log qualche migliaio di QSO. Ci scusiamo con coloro che hanno dovuto ripetere 2 o 3 volte il loro call ma vi assicuro che noi ce l’abbiamo messa tutta e non nascondiamo che ci siamo pure divertiti !
Come in tutte le spedizione arriva anche il momento della foto ufficiale : Silvano I2YSB fin dalla scorsa primavera si è allenato con il suo nuovo drone per poter effettuare riprese e effetti speciali per arricchire il DVD della spedizione: ancora una volta non si è fatto i conti con l’Africa … Che ci crediate oppure no, parallelamente al nostro albergo c’era una pista di atterraggio in terra battuta: una pista comunque segnalata sulle mappe aeronautiche e, di conseguenza, la zona limitrofa è definita come “no fly zone”. Ovviamente il drone di Silvano è di ultima generazione e, per ragioni di sicurezza, non funziona vicino alle “no fly zone”; morale della favola: mesi di preparativi e di pianificazione per poi riporre il drone nella sua custodia e rinviare il suo utilizzo alla prossima spedizione. Questa proprio non ce la saremmo mai aspettata !
I giorni passano in fretta e i QSO sulle varie bande cominciano ad assumere numeri importanti. Ovviamente la parte del leone la fanno le bande basse con i 160 metri che chiudono con quasi 2500 QSO, gli 80 metri con oltre 5000 QSO e i 40 metri con oltre 8000 QSO di cui la metà in SSB !
I segnali sono robusti sia dall’Europa che dagli USA, soprattutto a notte inoltrata dove in 80 metri facciamo QSO con la West Coast quasi come fossero degli OM locali ! Un po di rammarico per i giapponesi: a parte buone apertura mattutine via lunga in 20 metri, sulle altre bande abbiamo sofferto molto ma, d’altra parte, le previsioni della propagazione non lasciavano presagire nulla di buono.
Ma è stato durante la penultima notte e l’ultima notte che abbiamo vissuto l’evento più increscioso che ci ha lasciati l’amaro in bocca. La notte prima e quella successiva, verso le 4 utc, Silvano si trovava da solo nella piccola abitazione adibita a stazione radio per SSB e RTTY ; in un momento di relax (alle 4 di mattina è permesso anche fare un pisolino ! ), uno sconosciuto si è introdotto dalla finestra rubando, in successione, lo smartphone di Stefano la prima notte e due smartphone di Silvano la seconda notte. Silvano, presente in stanza, non si è accorto di nulla durante il primo furto mentre, l’ultima notte, è stato svegliato dal malvivente il quale, vistosi scoperto, ha comunque fatto a tempo a rubare 2 telefoni. L’episodio è stato denunciato alle autorità anche perché si è pensato ad una complicità delle guardie che avevamo preventivamente pagato per garantire la nostra incolumità. Purtroppo dei telefoni nessuna traccia e con loro tutta una serie di filmati e fotografie che purtroppo non recupereremo mai più: non ci resta che l’amaro in bocca e facciamo tesoro di questa esperienza per il futuro! Davvero un peccato perché la popolazione locale è molto accogliente e amichevole, tutti salutano con il sorriso sulla bocca e si percepisce un’atmosfera quasi famigliare: sicuramente questi furti non cancellano la buona impressione che abbiamo avuto ma ci lasciano sbigottiti e turbati.
A risollevare il morale ci ha pensato Gino che, da provetto pescatore, per una mattina ha abbandonato la postazione RTTY, dedicando il suo tempo a pescare quello che è stata l’ultima cena a Bubaque. Una serie incredibile di pesci, cucinati in maniera impeccabile, che hanno fatto dimenticare la brutta esperienza passata da Silvano… Ovviamente il sottoscritto, essendo allergico al pesce, si è dovuto accontentare di una misera insalata e qualche uova ma, ve lo garantisco, mi rifarò la prossima dxpedition !
L’ultimo giorno lo abbiamo dedicato prima allo smontaggio delle antenne e poi ci siamo concessi qualche ora di svago su un’isola deserta a circa 30 minuti di motoscafo da Bubaque: qui abbiamo potuto rilassare le nostre orecchie, godere della natura incontaminata del posto, tentare di pescare qualche pesce (ma questa volta senza successo!) e prepararci per il viaggio di ritorno.
La partenza da Bissau è stata il giorno 27 alle 4 a.m. con scalo a Casablanca e arrivo in Italia alle 4 p.m. dello stesso giorno. Atterriamo a Malpensa stanchi ma soddisfatti: 63635 QSO ( di cui oltre 20000 unici) da un country che si trova al 111 posto della classifica dei most wanted non è poco, considerato anche il minimo solare del periodo. Se raffrontati ai 63155 QSO fatti nella nostra ultima spedizione nella Repubblica CentroAfricana (al 93 posto dei most wanted) , possiamo dire che la spedizione è stata un successo: sicuramente i ATNO non saranno moltissimi ma siamo sicuri che numerosi OM hanno riempito quella casellina mancante che da tempo aspettavano di completare. 
Come sempre informazioni e indicazioni per ricevere la QSL le potete trovare sul sito: www.i2ysb.com/idt
Ci sentiamo durante la prossima dxpedition  !
73, Stefano IK2HKT 

Last news
Pochi minuti fa ho ricevuto una mail da Gilles, il gestore del resort a Bubaque : un cellulare è stato recuperato dalla Polizia locale e sarà spedito in Italia a breve. Siamo tutti senza parole e stupefatti dall’efficienza degli agenti locali; non ho osato chiedere le modalità con cui hanno recuperato il telefono e credo sia meglio per tutti non porci questa domanda. 
Che dire : tutto bene quel che finisce bene !